domenica 19 settembre 2010

Wake Up!

Pare inarrestabile il dilagare dell'ignoranza e, soprattutto, dell'indifferenza.
Giovani, adulti, anziani, accomunati da un torpore mentale che si avvicina ogni giorno pericolosamente al coma: indifferenti e al contempo causa della decadenza culturale che li circonda, orgogliosi della propria grettezza, trascorrono la propria vita per inseguire un oggetto da ostentare, spesso simbolo di conformismo.
Corpi sprecati, nei quali sarebbero potuti vivere brillanti luminari, o quantomeno anime in grado di dare un motivo alla propria limitata esistenza; tonnellate di carne destinate a consumarsi senza un perché.
In sintesi: gente inutile.
Eppure si lancia di tanto in tanto un grido disperato: un richiamo all'impegno sociale, politico, civile, un invito a riappropriarsi delle proprie sorti attraverso la conoscenza.
Dante Alighieri, nella Divina Commedia, fece pronunciare ad Ulisse i celebri versi:

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza


Noi, che siamo privi delle doti letterarie di Dante, possiamo soltanto formulare un urlo sgraziato, animalesco:

Wake Up!

6 commenti:

  1. Svegliarsi. Sarebbe un passo alzare il didietro e posizionarlo nel modo giusto nel posto giusto. Alla fine, se smettiamo un attimo di dare la colpa agli altri, al mondo, alla televisione, alla scuola, alla famiglia, ci rendiamo conto che molto dipende da noi. Potenzialmente tutti saremmo in grado di svegliarci. E chissà.... la speranza è l'ultima a morire, ma speriamo che a morire non sia l'ultima speranza.

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  2. Potenzialmente chiunque può "svegliarsi", ma dormire è molto più semplice. Ogni tanto qualcuno tenta di scuotere gli animi urlando, ma di solito finisce male (il sindaco Vassalli ne è solo l'ultimo esempio). Nessuno pretende atti d'eroismo: è sufficiente spegnere la TV, informarsi e tentare d'avere un dialogo con chi continua a dormire. Nel proprio piccolo tutti quanti possiamo fare la nostra parte.

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  3. La cosa più importante - secondo me - e la più difficile è proprio "tentare d'avere un dialogo con chi continua a dormire". Eppure è la più a portata di mano.

    O.T.: Ma io il soggetto lo conosco... xD

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  4. a parer mio dovremmo originariamente tentare di instaurare un dialogo con noi stessi, col nostro interno, e poi, magari, esporlo agli altri e "urlare" la nostra esperienza. Perchè per cambiare il mondo serve solo guardarsi dentro...
    ed è per questo che ognuno di noi può fare veramente tanto..

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  5. Questa foto l'ho scattata unicamente pensando all'immagine che ho del soggetto (Giuseppe), una persona che ha sempre tentato d'avere un confronto con gli altri; cosa che ho fatto spesso anch'io e a volte faccio ancora.
    Il mio pensiero è però rappresentato meglio dal progetto "Bianco-Vuoto": il confronto è una strada che tento di percorrere, ma molto spesso non porta da nessuna parte e quindi preferisco ritagliarmi un piccolo mondo tutto mio.
    Quindi, sì, il dialogo con sè stessi è vitale, prima, durante e dopo un eventuale confronto. A tal proposito mi verrebbe da esprimere la mia opinione circa l'importanza della solitudine ("è stupendo conquistare la certezza che la solitudine è un valore" Bluvertigo), ma andremmo fuori tema.

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  6. Seguendo il fuoritema: "La solitudine non è una sfortuna, è una grazia di Dio!" (Antonio Rezza)

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