venerdì 20 aprile 2012

Dolmen della Chianca

Armato di macchina fotografica e cavalletto, pochi giorni fa mi sono diretto nell'agro di Bisceglie (BT) per fotografare il Dolmen della Chianca, recentemente riconosciuto dall'UNESCO.
Abitando a pochissimi km di distanza ho potuto comodamente scegliere l'ora dello scatto: ho optato per le 16:00, momento in cui la luce solare evidenziava la trama delle rocce, mentre una nuvola passeggera ha provveduto ad ammorbidire leggermente le ombre e a raffreddare le tonalità della scena.
Pur non trovandosi molto lontano dal centro abitato, l'atmosfera che ho incontrato sul posto era calmissima: gli unici suoni che si potevano sentire erano il vento che faceva ondeggiare i rami degli ulivi ed il canto degli uccelli. L'ideale per sedersi, distendere i nervi, e pensare a quanto sia relativa la concezione del tempo, considerando i circa 3600 anni che il dolmen ha trascorso lì, immobile.
Terminato lo scatto metto il cavalletto in spalla e m'incammino verso la mia auto, quando il silenzio viene bruscamente interrotto da due autobus colmi di bambini e una jeep dei boy scout: ho fatto appena in tempo a scattare la mia foto, l'atmosfera sarebbe cambiata radicalmente nel giro di un paio di minuti.
Ma va benissimo così.


Dolmen della Chianca, Bisceglie


Riporto qui di seguito una breve nota, recuperata da pugliaimperiale.com:

Il dolmen della Chianca costituisce un unicum: tra i più importanti d'Europa per dimensioni e bellezza di linee e ricchezza di reperti ritrovati. 
  
Fu scoperto il 6 agosto 1909 da Mosso e Samarelli, che vi condussero anche i primi scavi. Successivamente Gervasio approfondì le indagini nel corso del 1910. Appartenente alla tipologia della tomba a corridoio largo, si compone di cella sepolcrale e di corridoio di accesso. La cella è alta m 1,80 ed è  formata da tre grandi lastroni verticali in calcare su cui poggia il lastrone di copertura che misura m 2,40 x 3,80.  

 Gli scavi effettuati nella cella e nel dromos hanno restituito numerosi resti ossei umani attribuibili ad una decina di individui, ed un ricco corredo funerario costituito da vasi di ceramica ad impasto, alcuni vaghi e pendagli di collana, una fusaiola e frammenti di lama di ossidiana e di selce, una falera in bronzo. Quasi al centro del dromos furono rinvenuti i resti di un focolare circolare diverse volte acceso a scopo rituale in occasione dei vari momenti di deposizione.

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